16/09/18

Parto dalla fine. Qui in Plaza Dorrego stanno ballando il tango. Le porte del bar sono aperte per fare entrare la musica. La ballerina è embarazada. Come quella trentacinquenne Santamaria che ho trovato sul muro dei desaparesidos. Oggi ho toppato un appuntamento per vedere la BA sotterranea, invece di andare al Museo dei Desaparesidos sono andata al Parco della Memoria (interessantissimo lo stesso). Poi, mentre cercavo di raggiungere in bus il Museo di Evita, sbagliando di nuovo clamorosamente la strada, mi è capitata una cosa bellissima. Ho chiesto indicazioni a una famigliola, e questi in quattro e quatrotto mi hanno caricato in macchina e accompagnato direttamente a destinazione. Anche loro, mamma e figlie con cittadinanza italiana ma che non parlano assolutamente l’italiano, dopo avere fatto due chiacchiere in macchina, mi dicono di stare attenta in tutti i modi, perché c’è molta criminalità e paradossalmente io incontro gente così gentile e disponibile che in Italia ce la sognamo.

Il Museo di Evita è commovente. 

Di nuovo indicazioni per tornare a San Telmo, di nuovo persone gentilissime che mi rispondono e alla fine mi dicono di stare attenta in metro, che ci sono gli scippatori (non usare il cellulare e borsa bene chiusa davanti). Poi scendo nella metro, ed è pieno di gente che guarda il proprio smartphone.

Con questi allarmi costanti sono un po’ in ansia (attenta al parco dove corro, attenta a San Telmo, attenta qui, attenta lì), mi sa che mi sto perdendo qualcosa, ma in fondo va bene così. 

4 pensieri su “16/09/18

  1. Ciao Gio!
    Non scrivo molto ma leggo e guardo il tuo viaggio. In effetti sì. È un esperienza da fare da soli. Fai ciò che vuoi vai dove vuoi e bevi la cerveza che preferisci in quel magnifico bar! E quel cimitero! Un vero Père Lachaise oltreoceano. Nessuna inutile mediazione con compagni di viaggio. Le tue storie arricchiscono le immagini che ci accompagnano quotidianamente. Super!

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