Seconda storia

QUESTA È VERA MA CI SONO TANTE VERSIONI 

Rufina Cambarceres si chiama la giovane figlia di un celebre scrittore, morto quando lei aveva quattro anni. 

La madre si è risposata con un uomo molto influente che diventerà presidente dell’Argentina, quindi tutti gli aspetti pruriginosi e anche un po’ perversi della storia possono essere stati messi in circolazione dagli avversari politici.

Quello che è certo è che la madre di Rufina, per il suo diciannovesimo compleanno organizza una sontuosa festa nientemeno che al Teatro Colon. 

Tutto è quasi pronto, quando improvvisamente la ragazza viene trovata priva di vita nella sua camera. Senza un motivo, senza una ragione, una causa, un perché, il destino di una bella e fortunata giovane è spezzato così, inspiegabilmente. A confermare la morte sono due o tre stimati medici che erano tra gli invitati alla festa. 

Inutile dire lo stato di prostrazione e dolore in cui cade la famiglia, che invece di celebrare una sontuosa festa, si trova a dovere organizzare un funerale in tutta fretta, chissà poi perché (forse a fine Ottocento si usava così), e senza sfarzi.

E così purtroppo è: la salma viene inumata il giorno seguente in una bara collocata nella cappella alla Recoleta dove riposa il padre di Rufina.

Forse per l’usanza di lasciare le bare in vista, ma il giorno seguente qualcuno, magari un inserviente, si accorge che il coperchio si è leggermente spostato dalla collocazione originaria.

I parenti di Rufina accorrono e con orrore scoprono le spoglie della giovane con profondi e visibili graffi sul volto!

Così la povera Rufina è morta due volte: la prima in un clamoroso caso di morte apparente, la seconda di disperazione che l’ha condotta all’infarto, quando si è risvegliata dalla catalessi, ritrovandosi rinchiusa in una bara!

Ora la Cappella al Cimitero de La Recoleta è abbellita in modo sublime da una statua in stile Liberty di un celebre scultore, che ritrae in modo vivido ed efficacissimo una giovane donna che cerca di entrare (o uscire?) dalla ricca porta di ingresso della cappella, e che ha un’espressione di orrore e sgomento indicibili. 

9 pensieri su “Seconda storia

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