Giulia e Sally si incontrano

La strada per arrivare al caffè la fanno in macchina e lungo la strada possono vedere il mare mediterraneo lungo il quale si sdraia la città di Alexandria.

Giulia osserva la strada con molto un interesse euforico, è incuriosita del casino delle macchine e dei  diversi mezzi pubblici che fanno del viaggio un un’immersione nella vita urbana.

Arrivati a destino si sente la brezza marina che ammorbidisce il caldo forte nonostante  il pieno inverno.

A Giulia piace molto questa sensazione di freschezza che le fa muovere i suoi capelli e la sua gonna.

Sally invece sente nostalgia dell’ inverno vero e proprio, a lei mancano la neve e la nebbia del Po.

Il caffè è davanti a un grande parco che finisce sul lungomarequindi da  lì è possibile vedere il porto e le barche che attraversano l’oceano dirette in Grecia. Dietro, il brusio di una città che non si ferma mai. Le due giovani ragazze entrano nello storico locale “Delices”. In un attimo la folla, la musica di altri tempi, i camerieri le stordiscono. Ci sono turisti di ogni provenienza ed anche tanti, tantissimi egiziani seduti ai tavoli che fumano, si fanno fotografie mentre mangiano montagne di dolci con le bandierine greche sopra. I quadri alle pareti sono imponenti e conservano lo stile che sarebbe avanguardistico d’inizio del Novecentovolti di donne incantate, molto oro, linee stilizzate. 

Appena entrate a Giulia colpisce il contrasto tra il buio del posto e la folla. I tavolini neri pieni di cibi multicolori, il rumore delle parole che non capisce in mezzo all’inglese storpiato degli egiziani e le lingue dei turisti che sembrano arrivare da ogni parte del mondo. I lampadari antichi coperti da un cartone aumentano il buio del locale.

A Sally tutta quella confusione non fa più effetto: sa già dove sedersi, vorrebbe proteggere la sua nuova amica da tutto quel trambusto, dalle porzioni esagerate, dal disordine.

Si accomodano in una saletta laterale e finalmente riescono a parlare. Incomincia Sally: 

S: “ Scusa, scusa, scusa Giulia. Pensa che questo è uno dei posti più tranquilli di Alexandria, allestito apposta per turisti e per tutti coloro che voglionoper qualche momento sentirsi (il “voler fare finta” è un giudizio pesante, varrà la pena parlarne un attimo) occidentali…”

G: “ Ah, peró! Meno male! Non vorrei sapere come sono i posti non tranquilli! Comunque é molto bello, e i pasticcini sembrano deliziosi! Se ne può prendere uno di ogni tipo? Quale mi consigli?”

S: “ Ma hai visto le dimensioni delle fette di torte? Sembrano dei mattoni…ordina pure quello che vuoi, tutto quello che avanzi lo puoi portare a casa. A me però i dolci non piacciono e quindi prenderò un’insalata greca.”

G: “ Per me sarebbe ora di merenda, quindi prendo un baklava con le mandorle e un té.”

S: “ E adesso parliamo un pò di noi: al di là delle motivazioni professionali, cosa ti ha portato qui? Stai forse scappando, come molti di noi?”

G: “ Beh, al di là delle ragioni di Ana che mi ha inventato, ho accettato di venire perché volevo allontanarmi un po’ da casa. Due mesi fa il mio ragazzo è tornato in Argentina ed io sono rimasta da sola in Italia con l’affitto da pagare, ma soprattutto con una tristezza che non riuscivo a farmi passare in nessun modo. Quindi ho pensato che cambiare aria mi avrebbe fatto bene.”

S: “ Una sorta di fuga comunque…sono curiosa di sapere qual è stato l’impatto con questo nuovo mondo. Io per esempio mi sento come in un frullatore.”

G: ” Sconvolgente. Questa é la parola giusta. Sia il fatto di essere tornata single sia l’arrivo in Egitto. Volevo scappare dai miei pensieri e sono arrivata nel Paese più rumoroso al mondo. Quindi adesso le parole sono quelle degli altri che mi stanno in testa.”

S: “ Non è come te l’immaginavi? Pensavi alle Piramidi e a Sharm El Sheik?”

G: “ Pensavo fosse un pelino meno incasinato! Invece sembra Buenos Aires a mezzogiorno ma tutto il giorno!”

S: “ E tutta la notte! Pensi di riuscire a resistere o hai già voglia di scappare di nuovo?”

G: “ No. Voglio conoscere a fondo questo Paese. Sono sempre stata attratta dalle culture arabe. E non ho proprio voglia di tornare a casa. Troppa solitudine!”

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