Il filo 2022 n.13



Gerrit Dou (1615 – 1671),  Astronomo alla luce di una candela, 1650 circa

Tepore: L’uomo osserva curioso. Curioso il fatto che la candela non lo bruci. Quello che brucia è il suo desiderio di conoscere, svelare il mistero che sta scritto. Il tempo e lo spazio sono il contorno. Gli elementi dell’universo si aprono alla razionalità. Luce ed ombra si combinano e mi donano un senso di tepore.

Ho bisogno di fare luce non quando mi trovo al buio, maquando mi trovo di fronte alla realtà smagliante, cristallina, che sfolgora con colori ed immagini vive. Ho bisogno di fare luce dove la luce c’è già e brilla immensa quasi accecandomi come quelle sfere fatte di piccoli pezzi di specchio che girano sulla pista delle discoteche d’altri tempi. Ecco, credo che ci sia più bisogno di luce quando è giorno pieno perché il sole acceca.

La fortuna di avere avuto i genitori comunisti

Ovvero

Luci ed ombre di un’infanzia tutto sommato felice

Mi chiamo Giorgia e posso considerarmi fortunata perché i miei genitori erano dei giovani comunisti italiani degli anni ’70. Infatti, durante i cosiddettianni di piombo, in cui dominavala strategiadella tensione ed io non capivo niente perché ero ancora una bambina, nel nostro appartamento in affitto di sessanta metri quadrati, in una piccola cittadina di provincia del nord, Enrico Berlinguer era un ídolo, un modello di diritturamoralementremia madre cantava a squarciagola El pueblo unido jamas serà vencido degli Inti Illimani. Il papà ci portava sempre a scuola in ritardo ed era insofferentealleregolepiccoloborghesicome partecipare al regalo che si faceva alla maestra a fine anno. Miasorellafu (suggeriscoilpassato remoto, per una narrazione che é storica  e addiritturaepica in senso autobiográfico, ma anche sempre un po´ironicanellostile…che nedici?) addiritturabocciata al catechismo senza che nessuno la rimproverasse. A casa si poteva parlare di tutto, e spesso partecipavamo insieme alle manifestazioni del primo maggio, a certi picchetti di fabbrica e soprattutto alle mitiche Feste dell’Unità. Mentre i miei amichetti andavano a trovare i nonni in meridione per le vacanze estive, noi facevamo un mese di campeggiomagari anche all’estero, come in Jugoslavia, a contatto con la natura e dove potevamo permetterci di cenare nei ristorantini locali, abbuffandoci di rasnici, patatine e pepsi.

Non è statoperòtutto rose e fiori. Insomma anche le fortune più sfacciate nella vita nascondono delle insidie, anche le esperienze più luminose e splendenti sono puntinate di tanti buchi neri. Per esempio ho bisogno ancora oggi di fare luce su alcuni episodi oscuri, che mi hanno molto segnato e che cerco di chiarireutilizzando la mia memoria che peróè sempre un po’ selettiva. Quando è stato ritrovato il corpo di Aldo Moro dentro la Renault 4 ho vomitato per tutta la sera dallo spavento; gli sguardi dei miei erano così preoccupati che il terrore si è impadronito di me molto di più di quando avevo visto il film La mummia in tivù. Anche quando papà mi spiegava che per fare stare meglio più persone possibili in un mondo comunista forse anche noi avremmo dovuto rinunciare a qualcosa non ho fatto proprio i salti di gioia. L’elenco delle cosiddette criticità potrebbe continuare ancora, però mi voglio accontentare di questosfogoistintivo, letterarioin una forma molto elementare e semplice, ricordando come la memoria possa illuminare con una luce tutta particolare un passato ormai lontano, riscaldando ilcuore con ilsuotepore.

Scritto di getto, mascritto bene, Giorgia. Fedele al tuostilespontaneo che peró, in modi e tempiquasiinavvertiti, stacostruendo , come ti dicevo, una piccolaepopeapersonale e familiare.

Questatuainfanzia comunista, originale, divertente, che ti facevaspessosentre diversa daituoicoetaneiapproda ad una condizione adulta moltoresponsabile. Sará la diritturamorale che tuo papá vedeva in Berlinguer come modelo a essersifatta carne edossaneltuo presente?

Un pensiero su “Il filo 2022 n.13

  1. Cavolo sorella, leggere i tuoi ricordi della nostra infanzia mi lascia sempre un groppo in gola. Eravamo Felici. Eravamo Diversi. Sarebbe un libro bellissimo che parla di una famiglia fighissima.
    P.s. sono stata bocciata perché ho osato dire che Gesù non era poi così contento di morire per noi visto che aveva detto “allontana da me questo calice”. Tutta colpa di Jesus Christ superstar, l’unico modo per una bambina comunista di conoscere la passione di Cristo. “I had to know” è ancora la mia canzone preferita e la canto ancora a squarciagola in macchina

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