Il viaggio dell’altro ieri notte. René gentilissimo mi viene a prendere e mi accompagna al terminal. Sull’autobus ho scelto un bel posto in alto e davanti. Prima della partenza sale un gruppo di persone di fianco a me. Una donna anziana, più o meno, si mette a pregare in cerchio con gli altri continuando a chiedere a Gesù di proteggere quella famiglia. Alla fine, dopo i saluti, resta sull’autobus una giovane donna e suo figlio piccolo di neanche due anni. Hanno un sacco di coperte, il bambino ogni tanto caccia degli urletti e parla la lingua strana dei piccoli. Io penso: oh Madonna, un’altra notte di merda. Proiettano il film 2012 che mi guardo per intero mentre fuori piove. Il bambino si addormenta e dopo un po’ cerco di dormire anche io. Passano le lunghe ore e al mattino, sento che mi toccano una spalla. Mi spavento un po’, mi giro, e la giovane donna mi offre una delle sue coperte perché dice che fa muy frio. Dopo un attimo di perplessità l’accetto e devo dire che è utile. Il bambino con i suoi occhioni ora è sveglio e ogni tanto mi guarda. Scendono a El Alto, la fermata prima della mia. Mi si offre uno spettacolo appunto di La Paz dall’alto che non riesco a fotografare ma è davvero sbalorditiva. A questo punto, domani racconterò di oggi.