Bariloche e il Circuito Chico

Un’altra tappa del viaggio di Gio, prossimamente su La Sesia 

Arrivo a Bariloche di notte, un taxi mi porta alla bella casetta in legno che mi ospiterà per qualche giorno. La mattina seguente, domenica, mi imbaccucco come al solito, abituata ai venti sferzanti, e mi ritrovo a passeggiare in un angolo di paradiso di fronte a un lago maestoso, con le Ande innevate per cornice. Alcuni bambini nudi fanno il bagno, molta gente “toma el mate” tranquillamente seduti al sole. Tanti turisti passeggiano beati tra i tanti negozi di souvenir e soprattutto si fanno tentare dalle mille eleganti cioccolateria. Perché infatti Bariloche, se a molti italiani non dice niente, e al massimo ci ricorda le fughe nel secondo dopoguerra di numerosi ex gerarchi e collaborazionisti del regime nazista tra cui Erich Priebke e Adolf Eichmann prima di essere catturato dal Mossad, è in questa parte di mondo una meta conosciutissima e ricercata per i suoi edifici in stile svizzero-alpino, la cioccolata, le piste da sci in inverno, gli sport lacustri e non solo, e le numerose escursioni che vi si possono fare. Insomma, un angolo di Europa nel cuore della Patagonia argentina. Si affaccia sulle rive del lago di origine glaciale Nahuel Huapi e questo strano nome ci ricorda subito che quando i coloni europei arrivarono qui, i popoli originari, i Tehueche e i Mapuchi, già vi abitavano da tempo. La città di Bariloche conta oggi più di 110.000 abitanti, è in costante espansione, e vi si respira benessere e ricchezza grazie al turismo che tutto l’anno affolla questa zona. Vi si trova una bella Cattedrale costruita nel 1910, dove ho assistito ad un concerto di musica sinfonica; e poi c’è la Piazza, che stranamente qui invece di chiamarsi come al solito Plaza des Armas, si chiama Centro Civico, dove si trova il Museo della Patagonia “Francisco P. Moreno”. Vi sono esposti numerosi reperti riguardanti l’attività del Dottor Moreno, esploratore, naturalista, geografo, etnografo, educatore e padre dei Parchi Nazionali Argentini. Nel Museo ci sono anche le sezioni dedicate alla Preistoria, alla interessante Storia dei Popoli Originari, alla Storia Regionale e a quella Naturale. Ma Bariloche mi è piaciuta soprattutto per la sua quiete e per le meravigliose passeggiate. La prima nel Parque Municipal Llao Llao, che fa parte del cosiddetto Circuito Cicho, dove tra i boschi di Arrayanes dai tronchi secolari contorti in modo pazzesco che ispirarono Walt Disney per il film Bambi, miradores mozzafiato sul Lago Escondido o sulla Bahia de los Troncos, ho fatto la conoscenza con una simpatica coppia, lei argentina lui di Bruxelles, che hanno passeggiato con me per un po’. Un’altra escursione che mi ha appassionato è stata quella al Cerro Campanario: invece di prendere la seggiovia o di salire a cavallo come alcuni turisti più audaci fanno, sono salita a piedi, tra gli alberi. Così ho raggiunto un punto panoramico straordinario a più di mille metri di altezza da cui si ammirano laghi a destra e a sinistra: straordinaria visuale letteralmente indimenticabile. Altre conoscenze lungo il percorso a conferma del fatto che chi viaggia solo non è mai solo. Insomma ancora una volta questa mia esperienza è stata veramente piacevole e ricca di spunti di riflessione, di approfondimento e di studio, che mi riprometto di fare prossimamente. 

2 pensieri su “Bariloche e il Circuito Chico

  1. Bellissima constatazione “chi viaggia solo non viaggia mai solo”. Molto bella davvero ed è realtà, tu me lo hai fatto capire. 😘😘😘

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