Approfondimento Giorno 186

La guida si chiama Richard ed è tutto un: “Be Inca!”, “Diventa Inca!”, “Akuna matata!”. Poi dice spesso con enfasi: “Voi direte: ma cosa ti sei fumato Richard per dire queste cose?”, “Richard, non può essere vero! Sei un bugiardo!”, e io Richard rispondo: “Gli Inca sono molto intelligenti, forti, belli. Facevano i 580 gradini di Ollantaytambo in 2 minuti!”, “Be Inca!”, “Akuna matata!” Ma nel complesso è simpatico. Mi perdo la spiegazione iniziale di Chinchero: a 30 km da Cusco, un paese con sito archeologico circondato dalle cime innevate del Chicon, del Wequey Willca e del Veronica. Nel Parco Archeologico ci sono i resti dell’azienda agricola reale di Tupac Inca Yupanqui e a fianco una carina chiesa coloniale costruita sopra un basamento Inca. Poi ci spostiamo a Moray: a prima vista sembra essere una specie di anfiteatro, però in realtà è stato un centro sperimentale agricolo corrispondente all’epoca Pre Inca e Inca, costruito su colline, depressioni naturali di varie dimensioni, dove ci sono andes, cioè terrazzamenti concentrici, piani artificiali con differenti livelli di irrigazione, canali, acquedotti e due riserve di acqua ubicate nella parte alta del complesso. Qui più di 5.000 persone lavoravano agli esperimenti agricoli degli intelligentissimi Inca, con coltivazioni differenti a secondo del livello del terrazzamento: più caldo ed irrigato il più basso, più fresco e asciutto il terreno in alto. Impressionante! Durante la giornata conosco una giovane coppia di studenti cileni: lei studia architettura, lui storia contemporanea. A pranzo parliamo di Bolano, attualità e politica. Molto piacevoli e interessanti. Ci dirigiamo alle Saline di Maras: Richard ci spiega che qui si produce un sale di qualità superiore, ad ogni famiglia del piccolo paese di Maras, vengono assegnate da 5 a 25 “piscine” di sale a secondo del numero di figli. Gli abitanti ci lavorano da maggio ad ottobre, cioè nei mesi asciutti; nella stagione delle piogge tornano a coltivare la terra. Questa è tutta una regione del Perù ricca, dove si comprano terreni edificabili e si costruisce; una zona in espansione dove si percepisce il benessere portato dal turismo. Proseguiamo il viaggio e dopo pranzo raggiungiamo Ollantaytambo, a 94 km da Cusco, un’enorme opera monumentale di architettura Inca; fu un complesso militare, religioso, amministrativo e agricolo. Il tempio principale in cima a 580 gradini è dedicato al dio Sole, rimasto incompiuto dopo avere resistito all’assalto spagnolo, perché il sito è stato abbandonato dagli Inca, impegnati nella difesa di Macchu Picchiu. È un luogo impressionante dove si possono apprezzare le costruzioni di grandi pietre perfettamente assemblate ad un’altezza di 3.500 metri. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo Pisaq: a 33 km da Cusco è un’area che comprende un insieme di costruzioni corrispondenti al periodo dell’apogeo dell’espansione Inca, dove chiaramente si riescono a distinguere il settore religioso, urbano, agricolo. Qui viveva la classe nobile e dei professionisti, il popolo risiedeva nella parte bassa della valle e i barones Inca, simili a delle divinità, vivevano nella città sacra, Cusco. A Pisaq si trova uno dei cimiteri più grandi del periodo Inca: migliaia di tombe incastonate sulla costa della montagna, in piccole cavità dove sono state inumate le mummie dei defunti. Purtroppo moltissime sono state profanate e distrutte a partire dalla conquista spagnola. Il paese sottostante di Pisaq è rinomato per la lavorazione artigianale dell’argento e molto visitato per il suo mercato domenicale. Rientriamo a Cusco alle 19:00, quando ormai è già buio.

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