Approfondimento 16-17/03/19

Allora: partendo da sabato pomeriggio non ho detto che sono stata di nuovo al grande Museo del Banco della Repubblica, dove ho seguito un altro corso dal titolo: Discussione sull’arte partendo dalle opere del Museo. Interessantissimo. Anche se le lezioni continuano e io non ci sarò più, hanno detto che creeranno un gruppo su Facebook, così anche io potrò seguire i lavori. Dopo sono corsa a casa, ho preso una bottiglia di sake, e con Ines siamo andate a cena da Luz Marina e Tito, di cui mi sono innamorata. Per caso è saltata fuori la proposta di andare a trovare Griselda nella sua finca il giorno dopo. Così è andata che ieri ho passato una splendida domenica in campagna. La casa di Griselda si avvicina al realismo magico di Garcia Marquez, anche se qui questo autore non è apprezzatissimo come dovrebbe. Ines, che è una forza della natura, dice che è per via del fatto che i colombiani sono invidiosi. Anolaima è il paese in cui siamo andate a pranzo: in piazza si servono zuppe buonissime, e un piatto principale che si può comporre a scelta: ci sono patate e platano, lombo e costine di maiale, salsicce varie tra cui la morcilla ripiena che è un sanguinaccio ripieno appunto di riso e sapori vari. Si usa, soprattutto nelle zuppe, il coriandolo, che è l’unica cosa che non mi piace molto. Il piatto più particolare è il chicharon, cioè una specie dei nostri ciccioli, però fatti con la cotica del maiale. Questi mi piacciono ma sono duri da masticare e siccome ho paura di finire di nuovo dal dentista, mi limito. Dopo una passeggiata in paese ci dirigiamo al Convento delle Monache della confraternita della Presentacion, nata nel 1700 in Francia. Il sito è un paradiso di pace e tranquillità: nell’enorme giardino ci sono fiori, piante, fontane, grotticelle. Riesco a prendere dei semi per la zia. Parliamo con una monaca che è molto interessata alla mia presenza. Qui gli europei sono abbastanza rari e lei è contenta di parlare un po’ in francese e italiano. Dopo un tinto, cioè un caffè in tazza grande, salutiamo Griselda e torniamo a Bogotà. Esattamente come dappertutto, tornare in una grande città la domenica sera è un’impresa. Ecco perché nelle ultime due sere sono stata troppo stanca per raccontare bene. Ah! Non ho visto nessun colibrì ma Ines qui a casa sul balcone ne ospita un paio che vengono regolarmente a bere. Quindi la foto di un colibrì ce l’ho.

A casa di Griselda
Alcuni dei miei compagni del corso al Museo
Io ed Ella in vetrina, con Griselda
Il pranzo della domenica in piazza
Ines ci teneva che inviassi queste immagini alla famiglia
Luz Marina vicino al cartello di Petaluma
Insieme alla monaca

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