Il filo di Arianna 2021-n.12


Emilio Pettoruti (La Plata,1892 – Parigi, 1971) “Sol argentino o Intimidad”,1941. Uno dei precursori della pittura astratta in Argentina. Recatosi a Firenze grazie ad una borsa di studio nel 1913 per lo studio dei classici, venne a contatto con le avanguardie del primo Novecento, tra cui il futurismo di Giacomo Balla y Carlo Carrá.  Tornato in Argentina nel 1924, nel 1930 fu nominato direttore del Museo de Bellas Artes della sua cittá natale.

Impressioni partendo dal dipinto

Cartone animato senza moto. Il sifone, Plaza Dorrego, il Mercato di San Telmo. Una mia amica argentina che prima di partire mi ha ospitato a casa sua per darmi consigli di viaggio. Aveva gli occhi che le brillavano quando mi parlava della sua terra di origine. In bella mostra a casa una bottiglia per il seltz presa a San Telmo. Anche i miei nonni ne avevano una nella loro casa che per me era una fonte inesauribile di scoperte affascinanti. Dalla finestra aperta entra un raggio di sole a rombo. Il gioco di ombre irrazionale mi fa apparire il coperchio di un pianoforte a coda.

L’ospite inquietante

Quando lui le apre la porta di casa lei è così stanca che chiunque si fosse trovata davanti le sarebbe andato bene. Il giovane comunque la accoglie con un grande sorriso, un abbraccio caloroso anche se non si sono mai visti prima, e due baci sulle guance. Nella maniera più naturale possibile,  gli suggerisce di fare subito un selfie da mandare a casa per tranquillizzare amici e parenti dall’altra parte dell’Oceano che è arrivata a destinazione e che va tutto bene.

Federico è sulla trentina, alto, carnagione chiara e barba incolta. In effettiHa l’aria solo un po’ trasandata e caciarona,  ma questo forse fa parte del suo “ruolo”, é un fotografo free lance ed eterno studente. La casa in cui la ospiterà per più di un mese è invece un vero disastro. Giulia è una viaggiatrice solitaria che però,  come le dice quasi subito Federico, tiene una buena onda  e quindi si dimostra quasi entusiasta quando lui le mostra il suo letto con il materasso sfondato nell’unica stanza del misero appartamento. A dire il vero c’è la camera di Federico,  che è un ammasso di disordine e di cose buttate alla rinfusa che almeno ha una porta, a dare un’apparenza di intimità. La scassata porta d’ingresso dá accesso alla stanza dove dormirà Giulia e a una specie di cucinino unto e sporco in modo imbarazzante in cui scorrazza tronfio ed indisturbato il vero padrone di casa: il gatto Antonio. Giulia non sa ancora che dovrà condividere il letto con il felino e che dopo qualche giorno si sveglierà in piena notte perché sotto le lenzuola si sono intrufolate delle pulci schifose che invece di stare sul loro naturale ospite se la prenderanno con le sue caviglie. Le loro tracce saranno  difficili da eliminare, inquietanti e fastidiose al limite del dolore. Eppure quando mostrerà tutta imbarazzata i morsi delle pulci a Federico, lui tranquillo e partecipe si limiterà a girare il materasso nell’altro senso e a dire a Giulia che è molto strano perché lui non è mai stato assalito dai parassiti di Antonio. D’altronde  – spiega – deve avere una tempra davvero forte: infatti ha soggiornato a lungo in Brasile e mentre tutti i suoi amici si sono ammalati di dengue, lui niente.

Il minuscolo bagno con un mobile marcio e scassato ha la maniglia della porta rotta, un buco nel legno consumato. L’appartamento è completato da un piccolo balcone  ingombro di bottiglie di vetro vuote, da cui si vede in lontananza la ; anche se si trova al decimo piano,  un’arteria stradale rialzata enorme e trafficatissima passa proprio a pochi metri dalle unte finestre.

La dolce Giulia dalla buena onda  si abituerà a tutti questi disagi ed a molti altri, facendo delle lunghe chiacchierate serali con Federico, accetterà i consigli del suo host, Antonio che salterà sempre indisturbato sul tavolo rubandole il prosciutto dal panino. Si rassegnerá a quel persistente odore di cannabis proveniente dalla camera di Federico a tutte le ore, ma soprattutto di notte. Prenderà con una certa filosofia anche tutte le volte che Federico la lascerà chiusa fuori di casa per un motivo o per l’altro.

Però è da qualche giorno sente che proprio ha deciso che la sua pazienza ha un limite: adesso si sente debolissima, deve avere la febbre, una tosse molto forte che le impedisce di respirare, non riesce a respirare e neanche ad alzarsi dal letto pulcioso. Non mangia da un po´, ha mal di testa, nausea, brividi e quella brutta mancanza di  respiro. Quando Federico tornerà a casa gliene canterà quattro di santa ragione, decisa a non tollerare un momento di più questa ospitalità assurda.

Ed è con un viso macilento, livido, consunto ed irrimediabilmente privo di vita che Federico la trova, mentre Antonio fa le fusa ai piedi del suo letto.

La storia é ben costruita e narrata, con un´oscuritá che la pervade tutta. C´é un mistero che incatena la protagonista al suo destino, e questo ha un sentore  quasi di sacrificio. Potresti accentuare il contrasto tra la buena onda di Giulia e la forza distruttiva del luogo e del personaggio di Federico. Il gatto é indifferente ed estraneo: solo nelle favole a lieto fine gli animali salvano

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