Intuizioni e pensieri in libertá a partire dall’´immagine della Rosa dei venti
Un grande libro succoso aperto, spalancato sul mondo. Incorniciato con armonia. Il rosso della terra e il bianco degli oceani punteggiati di velieri. Una cartografia gigante in cui spicca l’uomo ma soprattutto la sua ombra.
Immagina e definisci cosa potrebbe rappresentare un punto di riferimento affidabile. ( per una persona, per una situazione…)
Una persona smarrita
I cinque tibetani
C’erano una volta cinque piccoli monaci tibetani che se ne stavano tranquilli nel loro monastero a più di quattromila metri d’altezza, in perfetta sintonia con gli elementi della natura. Niente li sconcertava e mai si sentivano smarriti; lontanissimo dagli affanni della società contemporanea, avevano trovato nella meditazione e nella pratica dell’ascetismo un punto di riferimento costante. Il loro cranio liscio e lucente sfavillava nell’oscurità, non solo nell’oscurità della notte ma anche in quella dei tempi moderni, quella che ci aveva catapultati nel dedalo della rete del web, in cui ognuno aveva perso ogni punto di riferimento. Insomma Il mondo intero si era perso nel labirinto delle informazioni, non si sapeva più in chi ed in cosa credere. Bombardati e omologati, ci dibattevamo in sogni e desideri non nostri. Una situazione per niente allegra.
Un bel giorno arrivarono i magici cinque tibetani a farci ritrovare la strada della consapevolezza con la luce sprigionata dalla loro testa e dal loro sguardo brillante. Chissà quale spirito illuminato li aveva guidati a salvarci. Scesero tra di noi, pubblicarono vari articoli e libri di successo ( e questo è strano perché ormai il piacere per la lettura si era perso da un pezzo). Ma la svolta fu trasmessa da un bellissimo tutorial su YouTube della durata di nove minuti e quaranta secondi in cui ci illustravano le loro perle.
Così Da quel giorno la nostra vita è cambiata: durante quindici minuti eseguiamo cinque semplici esercizi per ventuno volte, controllando il ritmo del nostro respiro.
Nel primo si gira in senso orario come i dervisci; nel secondo, sdraiati a pancia in su, si sollevano le gambe distese mentre siamo; nel terzo siamo in ginocchio e ci si inarca mentre si inspira fino ad arrivare a guardare il soffitto ( o il cielo se si è all’aperto); nel quarto, detto “ponte tibetano”, si solleva il sedere da terra mantenendoi quattro appoggi dei palmi delle mani e dei piedi ( in effetti questo più che un ponte da l’idea di un tavolino che si spezza e si ricompone, o almeno io lo spiegavo così ai bambini tanti anni fa quando facevamo la ginnastica prenatatoria). Il culmine si raggiunge con la quinta perla tibetana, il cane: a pancia in giù, ci si solleva prima con le spalle facendo leva sulle braccia, poi con il sedere, tenendo le gambe distese ed un po’ divaricate, e poi si torna alla posizione di partenza.
Non ci resta quindi che ringraziare i nostri cinque monaci che ci hanno illuminato la strada facendoci ritrovare il cammino della consapevolezza. Le visualizzazioni del tutorial sono alle stelle, per non parlare dei like su YouTube. Chissà i cinque tibetani dove sono ora?
la nostra vita è cambiata : a mio giudizio é questa la frase guida.
In questa versione, piú scarna, si mantiene il tono da favola nella prima parte e poi si conclude con la chiarezza della realtá.
Il messaggio é implicito, ma mi sembra chiaro. A te?