Il filo di Arianna 2021- n.10


La Fruttivendola”,  un dipinto a olio su tela datato circa al 1580, opera di Vincenzo Campi.

Intuizioni e pensieri in libertá a partire dall’´immagine della Fruttivendola

Parola chiave: allegoria

Cioè In questo caso si mostra qualcosa di concreto per intendere qualcos’altro di elevato, superiore, spirituale. Frutta e verdura esposte in una prospettiva scenica degna dell’astrattismo novecentesco, un palcoscenico irreale ma vivido, brillante. Le pesche in grembo alla fruttivendola sostituiscono il bambin Gesù e ti fanno venire voglia di essere mangiate. Il paesaggio sullo sfondo  è effimero, impalpabile. Di nuovo una schiena piegata  a ricordare che il lavoro, il sacrificio non é mai assente. La fruttivendola è una Madonna atea rinascimentale in perfetta regola che sta aprendo le porte al Barocco, al mondo nuovo.

In cosa consiste il mio/il tuo/il suo patrimonio

L´ereditá di famiglia: gioie e dolori

La partita di Monopoli

Giulia è una bambina molto sveglia di sei anni. Domani sarà il suo primo giorno di scuola. Ha i capelli biondi, dei bellissimi occhi azzurri ed un sorriso al momento  alquanto sdentato. E’ molto vitale, ma sa giocare anche da sola e quando lo fa suda sempre  “come un pollo”. La sua socievolezza a volte sconfina nell’invadenza, altre sembra assumere  toni prepotenti ma in realtà è una bambina educata.

In questo momento sta facendo una partita a Monopoli con suo padre. Niente di più azzeccato per cercare di introdurre il tema della trasmissione del patrimonio! Lo interpreto come un segno del destino.  Adesso Carlo sta spiegando a Giulia che per comprare quell’albergo in quella determinata via, servono 12 milioni e, dopo qualche difficoltà nel contare il denaro, Giulia risponde in tono un po’ lamentoso: “Ma io non ho 12 milioni!”. E’ forse attraverso l’accesso a dei crediti agevolati od a qualche altra strana speculazione edilizia che l’albergo viene costruito e lei tutta contenta comunica alla famiglia: “Guardate: ho un grattacielo!”

Però nonostante la pazienza di Carlo, la  pacatezza nelle spiegazioni e tutta la sua buona volontà nel tentativo di trasmettere alla figlia le prime regole basilari di economia, Giulia lo sbologna in quattro e quattr’otto: lei preferisce  giocare a pallavolo con me.  Attraverso la rete metallica che separa i nostri due giardini lei si sbizzarrisce in lanci della palla con rincorsa, improbabili bagher, prese imprecise, tuffi, ogni tanto qualche ruota, il tutto condito con urli di gioia. E’ inutile dire che dopo cinque minuti è già sudata come un pollo.

Ecco come si può cercare di trasmettere il nostro patrimonio. Si prende bene la mira e anche se si crede di non essere all’altezza, anche se l’eredità di famiglia non ci sembra sufficiente nemmeno per sopravvivere, si lancia la nostra palla in campo e si gioca.

L´idea é appropriata: il contrasto tra il gioco educativo al capitalismo e la spontaneitá del gioco con la palla. Che tuttavia hanno in comune, oltre all´approccio ludico,  la competizione come affermazione individuale. Per la quale ogni patrimonio é utile, ma ció che conta  sono l´iniziativa ed il coraggio. E cosí, da una scena quotidiana nasce una favola con la morale. Brava, Giorgia!

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