Il filo 2022- n.16

David Hockney (1937) é un pittore, progettista, scenografo e fotografo britannico. Uno dei rappresentanti piú celebri della pop art negli anni ´60, ha vissuto per  trent´anni in California. Il suo dipinto Mattino presto, a Sainte-Maxime é un’opera del 1968 intrisa della placida gioia con cui l’artista trascorse un viaggio in Francia con il suo partner del tempo, Peter Schlesinger. Un’atmosfera sognante dove i colori del mattino colano dal cielo fino al mare, avvolgendo tutto in un’atmosfera sospesa e serena.

Uau che bello! Mi viene voglia di toccarlo. Poi di guardarlo ingrandendo i particolari con il pollice e l’indice sull’immagine. Curioso il fatto che non ci sia anima viva. Mi ricorda le albe dal terrazzo di Vulcano.

Cosa vedi all’orizzonte?

Una scala che sale. Se giro la testa e guardo fuori vedo il campanile della chiesa. La nebbia puntinata dai lampioni al mattino. Papà e mamma che mi salutano da lontano con la mano.

Risposta alla domanda di Laura: secondo me la signora dal naso orribile dopo avere passato un periodo di angoscia rimuginando se fosse il caso di ricorrere alla chirurgia, alla fine non fece proprio niente, anche perché il naso pareva osceno solo a lei e soprattutto solo nel momento in cui lo fissava di profilo dal cristallo del bicchiere da cui tutte le sere si beveva il suo gin tonic.

Io che saluto con la mano da lontano

L’ uomo è un “animale sociale”, cioè è naturale avere attrazione verso i propri simili, fondare la propria esistenza sulle relazioni, e tra i vari tipi di connessione che si possono instaurare, l’amicizia è senz’altro la più importante e significativa. Nel corso dell’evoluzione del pensiero tutte le forme d’arte, cioè di rappresentazione della bellezza, del mistero, di quel qualcosa che ci rende speciali, unici e anche diversi, si sono occupate di quei legami specialissimi ed ineffabili tra le persone che forse banalizzando chiamiamo amicizia ma che dovremmo definire come Goethe “affinità elettive”.

Mentre si è riservata e si riserva un’attenzione tutta particolare al sentimento dell’amore, fino ad arrivare ad abusare di questa magica parola buttandola via e magari sopravvalutando il rapporto che si instaura tra due persone per attrazione fisica, sessuale, ecc., quello che succede tra due amici è tutta un’altra cosa.

Innanzitutto vorrei sottolineare due aspetti fondamentali dell’idea di relazione amicale che la differenzia da quella dell’amore, anche se a pensarci bene poi non è proprio così: questi sono la reciprocità ed il disinteresse. Per spiegare meglio dico che si possono avere tanti, tantissimi veri amici, mentre l’amore in linea di massima è un sentimento esclusivo; ma soprattutto il fatto che si possano instaurare dei rapporti puri ed autentici senza un interesse, senza un do ut des, senza un secondo fine, insomma questo è veramente fantastico!

Filosofi, poeti ed artisti tutti hanno affrontato il tema nella loro produzione ed io ho l’imbarazzo della scelta per trovare degli spunti di riflessione in essi e cercare di rendervi partecipi, miei cari lettori, della meraviglia di trovare nella bellezza nuove prospettive e punti di vista.

Prima di tutto mi viene in mente “In memoria” di Giuseppe Ungaretti, lirica appunto in ricordo e celebrazione dell’amico morto suicida a Parigi, compagno delle esperienze più significative della formazione giovanile del poeta, in cui traspare l’inquietudine ed il malessere di un’epoca, quella dell’inizio del Novecento che coincide con quella di una generazione.

Per non essere troppo accademica e farvi capire quanto la relazione di amicizia sia fondamentale nel percorso di vita di tutti vi potrei citare innumerevoli film, serie tv, episodi di vita tratti dalla mia che ormai è lunga e ricca. Mi limiterò ad un esempio illuminante. E’ quello del rapporto che Arturo instaura con la sua matrigna Nunzia nel celebre romanzo della Morante ma anche con il suo cane Immacolatella: affetto puro, limpido e cristallino che si cerca di mascherare con delle false affermazioni di superiorità, di antagonismo, ma che in realtà nascondono un bisogno di condivisione essenziale e direi vitale.

In conclusione vorrei, cari ragazzi, salutarvi in questo particolare modo prendendo a prestito le parole del grande filosofo Baumann, il teorico della “società liquida”, cioè in continuo e velocissimo mutamento che spiazza, che fa paura. In questo nuovo mondo, anche se sembra di poterlo fare, nessuno si salva da solo, quindi non vi spaventate, tenete sempre ben visibile la strada che volete percorrere, con impegno e forza di volontà, consapevoli che le gioie ed i dolori che affronterete naturalmente dovrete di necessità condividerle con gli amici. Tutto il resto è noia.

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