Il filo di Arianna n.4

Desana 09/10/2019

IL FILO DI ARIANNA

SCHEDA N.12

DEDESCRIVI UN’IMBARCAZIONE SULLA QUALE HAI VIAGGIATO

La nave che mi porta ogni anno da Napoli a Vulcano si chiama Laurana.

Si tratta di un’imbarcazione molto grande, in gergo un po’ antiquato si direbbe un bastimento.

Quando entro nella sua pancia enorme con la mia Toyota Yaris è sempre un’emozione, la felicità per me si misura così. I parcheggiatori mi danno minuziose indicazioni per infilare l’auto al millimetro, nei piani bassi si respira puzza di gas di scarico e gli ambienti sono abbastanza claustrofobici, probabilmente nella canzone di De Gregori che si intitola Titanic, quella sarebbe stata la terza classe “puzza di sudore dal boccaporto e odore di maremorto”. Ma adesso sulla Laurana si lasciano le macchine e si sale di sopra per raggiungere una sala ampia e spesso affollata dove i fortunati come me che hanno prenotato la cabina per la notte ritirano la chiave, cioè una logora scheda di plastica traforata. Solitamente prendo questa nave nel pieno dell’estate e quindi l’atmosfera che si respira è quella classica dei vacanzieri che si accingono a visitare per la prima volta le Isole Eolie, ma più probabilmente sono come me vecchi affezionati che per un motivo o per l’altro si sono innamorati di questo arcipelago, patrimonio mondiale dell’UNESCO pur sempre in Sicilia però, e quindi terre di profondissimi contrasti. Però questa è un’altra storia.

Ora siamo finalmente sulla vecchia Laurana. Perché vecchia lo è veramente: non bastano le rinfrescate per farla ringiovanire, regolarmente c’è qualche guasto o qualche mal funzionamento. Le cabine non sono certo di lusso, solo un letto a castello e un lavandino. In quelle più belle c’è l’oblo’ e il bagno. Però la magicita’ di salire sui ponti all’aperto, dove c’è un bar, e i bambini possono correre, i tanti cani dei turisti possono sgranchirsi le zampe mentre tutti gli altri scattano selfie che immortalano facce sorridenti, dicevo quella magicita’ non ce la toglie nessuno. Soprattutto partendo al tramonto dal porto di Napoli, è una vera emozione che si rinnova ogni volta.

Poi la Lauranona salpa, la gente a un certo punto la smette di farsi fotografie, si sgranocchia qualcosa, qualcuno gioca a carte, molti si bevono una birretta. C’è anche un ponte con il servizio ristorante a self service ma li’ il livello di squallore in aggiunta a dei prezzi esorbitanti, mi fa preferire un panino all’aperto.

TI CONSIDERI UNA NAVIGATRICE?

È proprio anche grazie alle esperienze di viaggio sulla cara Laurana e a tante altre emozioni provate in quella che sta diventando ormai una vita abbastanza lunga e ricca, che senz’altro tendo a considerarmi una reale navigatrice. Reale sicuramente più di virtuale, ma entrambi gli oceani sono da esplorare con curiosità ed entusiasmo, consapevoli dei rischi che si corrono ma anche della infinita conoscenza che vi si può trarre. Ancora una volta metafore della vita.

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