Il filo di Arianna n.10

RITRATTO

Come in un gioco misterioso e anche un pò crudele, le cose, gli oggetti e anche le persone nominate tendono a svanire, disfarsi in un sogno di fantasmi, il tempo ci allontana dalle immagini che prima ci rendeva così vivide.

Da quando l’ho descritto, non ho più incontrato il vecchietto tremolante in bici, spero si sia dato una pausa per il freddo. Dopo avere cercato di allontanare immagini negative e catastrofiche di malattie gravi e di morte, mi abbandono all’immaginazione. Il signore passeggia ancora in bici quasi quotidianamente, ma uno spirito maligno non me lo fa più incontrare, proprio perchè ho osato chiamarlo amico…no, non può essere. Probabilmente è andato a svernare al mare ed ora continua le sue pedalate in qualche paesino ligure o meglio ancora portoghese, visto che ora è particolarmente di moda per il pensionato italiano il vicino paese di Saramago e Pessoa.

Oppure molto meglio: lo incrocio in realtà spessissimo, lui è in macchina e sta guidando verso la città per le sue commissioni, oppure mi passa accanto mentre sono al supermercato a fare la spesa, magari siamo stati qualche secondo di fianco al banco dei formaggi, entrambi incerti sulla mozzarella da scegliere. Solo che io non l’ho riconosciuto, non lo posso riconoscere senza i suoi occhialoni da sole, senza la sua inconfondibile andatura traballante. Ci conosciamo ma non riusciamo a ri-conoscerci.

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