Il filo di Arianna n.11

Il filo di Arianna n.11

LA STORIA CONTINUA

Ci sono dei giorni in cui il sole al mattino filtra attraverso le persiane, oppure tutto rimane ovattato da qualche nuvola o dalla nebbia, o magari si sente la pioggia battere con insistenza sul tetto; mi posso rigirare un pochino nel letto, leggere qualcosa, guardare le travi del soffitto immaginando volti strani e animaleschi nei nodi del legno. A un certo punto comunque mi alzo e mi preparo per andare a correre. Ascolto un programma radiofonico registrato, che ormai non va più in onda da un po’, si intitola Parole e note, è straordinario. Ho imparato a conoscere la poesia infuocata di Alda Merini (La semplicità per esempio), la delicata Szymborska, Le parole a te dovute di Pedro Salinas (Ti si sta vedendo l’altra, non so perché ma mi ha colpito come un fulmine). Potrei continuare a lungo ma voglio descrivere una sensazione che se riesco a spiegare per bene potrebbe essere illuminante. Ogni tanto è come se qualcuno mi stesse vicino, sento davvero una presenza che mi accompagna, che sta vicino a me. Anche i corvi che incrocio e che stanno sempre nello stesso tratto di strada, sembra che mi riconoscano. Il massimo però lo raggiungo solo in saltuari momenti che sono ineffabili, sublimi: un formicolio mi prende alla base della nuca, appena appena, non sono proprio brividi. Credo che sia la felicità.

Per la famigliola di corvi che incontro ho usato apposta la parola “riconoscono”. Loro sanno chi sono, come anche le automobili che mi sfrecciano accanto, i camion, i furgoni. E persino gli esseri umani, quasi sempre gli stessi, per il riconoscerci ci vuole una leggera sospensione di giudizio, è un incontro di anime non di corpi.

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