Il filo 2022 n.11

Benito Quinquela Martin, En pleno sol, 1931

Ah, la Boca! E’ stato un riconoscimento immediato, come quello tra due amici che si abbracciano dopo tanto tempo che non si vedono. Anche se a guardare bene questo non mi sembra proprio il quartiere porteño, per me è stato come un flash di ricordi ed emozioni.

LEGAMI STRETTA STRETTA

Appena sveglia compie regolarmente le stesse azioni: richiude gli occhi e ringrazia per il fatto di essere viva, poisi stiracchiatra le lenzuola, compiaciuta. Pensando alla giornata che la aspetta, apparein sottofondo un leggero nervosismoe una sorta di insofferenza nei confronti di qualcuno o di qualche compito da svolgere le increspal’espressione. Mapoipensa che in fondo tutto si risolverà.

Il rituale della preparazione segue regole ben precise, nessuno gliele ha imposte, ma a lei piace così, anzi, sotto sotto desidererebbe che qualcuno lo avesse fatto, che una forzasuperioreprepotente le avesse dato ordini inderogabili, ai quali obbedire senza mettere in discussione nulla, proprio perché sono dati per il suo bene ed anche addirittura per il bene dell’intera comunità. Così scende dal letto facendo aderire bene le piante dei piedi al pavimento e sbadigliandoforte perché è molto presto e fuori è ancora buio; inoltre nessuna regola precostituita le impedisce di farlo.

Dopo un passaggio in bagno è pronta per la colazione: il latte di mucca è così tanto scremato da sembrare acqua, dizuccheronemmenol’ombra, le hanno detto che è molto salutare iniziare con qualche frutto fresco, sulle gallette di riso con il sapore di fogli di carta meglio sorvolare, ma dopo un inizio di giornata del genere non può che sentirsi a posto con la coscienza, soddisfatta di avere fatto la cosa giusta.

In effetti poi tutto il resto della giornata è scandito da un ritmo molto rigoroso, ma d’altronde siamo nel pieno di una pandemia, certe cose non possiamo proprio permettercele e quindi ci sono assolutamente precluse. Non si può uscire di casa se non per necessità, urgenza, salute o lavoro e lei lavora da casa. E’ vietato fare anche solo una passeggiata all’aperto, rigorosamente preclusa qualsiasi attività fisica o sportiva, chiusi i bar ed i ristoranti, i cinema ed i teatri.

Allora lei gode profondamente nella sua comfort zone, chiusa nel suo bozzolo rassicurante. Ogni tanto si lamenta un po’ con gli amici di questeimposizioninel corso di lunghechiamate, ascolta con un sottile compiacimento i racconti leggendari delle forze dell’ordine che sanzionano inermi individui che si sonoallontanatisidi più di 150 metri dall’abitazione per portare a spasso il cane, di scriteriati che si ostinano ad andare a fare jogging alle 6 di mattina in campagna e da soli, convinta che se ci sono delle regole le si deve seguire, senza deroghe, senza alcun filtro. In fondo il distanziamento sociale è una grande fortuna per quelli come lei.

E così dopo due anni e mezzo di regole più o meno assurde che andrebbero mediate dal buon senso, lei si trova sinceramente un po’ dispersa, frammentata da tutta questa libertà.

E quando si mette a letto la sera si avvolge nelle lenzuola con il Desiderio di essere tenuta legata stretta stretta: pensa che domani mattina dovrà uscire di casa ed ha paura.

Ottimo lo spunto, l´idea di restare legataallelenzuola (oggettosimbolo anche di carcere e tentativo di evasione) edilconseguentenesso con la vita durante la pandemia. La scrittura pero stavolta mi é parsa un po´menoaccurata, forseandavi di fretta. La situazione, ovviaforse solo in apparenza, meriterebbe una maggiorattenzione e profonditá di scrittura. Ma, ripeto, forse non neaveviil tempo.

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