Intuizioni e pensieri in libertá a partire dall´affresco del castello di Trento
Raccolti copiosi, ricchezza e fatica, sudore e luminosità. La mancanza di prospettiva schiaccia figure e forme in un tripudio di schiene piegate e mani giunte. I colori più chiari e quelli più scuri fanno pensare al gioco di “trova l’intruso” della Settimana Enigmistica, perché i secoli sono passati ma le azioni e le stagioni si ripetono. Scopro nell’affresco la chiesetta rosa in alto a destra e mi sento come se avessi risolto un rompicapo.
Quando il desiderio si fa risorsa. L’occasione persa
Il ragazzo è molto bello. Alto, capelli corti, nell’espressione un mezzo sorriso di chi sembra saperla lunga. Uno sguardo limpido e penetrante. Alterna il dialetto siciliano ad un buon italiano, cosa da non sottovalutare, ed i suoi discorsi non sono astiosi e vanno oltre l´ossessione di fare denaro con i turisti, monetizzare le proprie risorse, sfruttare tutto il tempo a disposizione affaticandosi con il fisico e con la mente.
Comunque, ha l’aria del seduttore e quando rivolge la parola a Clara lo fa spesso con delle velate allusioni. Incomincia con il “Quanti anni hai?”, un inizio per niente incoraggiante. Lei risponde “Troppi” e aggiunge “E poi ad una signora non si chiede mai l’età”. Scontata e affrettata, non si piace per niente mentre lo dice, continuando a camminare mentre lui da seduto la guarda.
In seguito le rare e veloci conversazioni tra i due sono sempre all´insegna di una sottile seduzione. Spesso partecipano invece a discorsi con altri in cui a lui vengono dati consigli su come non ci sia mai da fidarsi di nessuno, su come lui sia giovane ed inesperto in un settore in cui tutti si cercano di fregare a vicenda e vince solo chi riesce ad essere più furbo del prossimo. Il ragazzo risponde che proprio perché è alle prime armi vuole essere libero eventualmente di sbagliare, anche nel valutare le persone. Tutti sembrano arrogarsi il diritto di dargli consigli soprattutto su chi non aiutare, su chi é stato ormai catalogato come inaffidabile, dunque indegno di rispetto. Ed è lì che a lei piace ancora di più. Ma nonostante le sue allusioni in certi momenti diventino esplicite, Clara non trova il coraggio di cogliere la palla al balzo. Sarebbe un’ultima occasione di accettare le avances e di afferrare l’attimo in cui il gioco di seduzione si trasforma in desiderio fisico e due persone con due corpi sconosciuti si scambiano piacere con allegria e leggerezza , così, senza secondi fini o strascichi di imbarazzo o delusione. Sarebbe stato bello, lei ne è certa. Però non ha avuto il coraggio.
Quando si salutano, visto che non sono mai da soli lui la abbraccia e la bacia sulle guance. L’amico che è con loro dice a Clara: “Sai che Leonardo ha fatto più di un pensierino su di te?”. Ed è il ragazzo a rispondere: “Guarda che lo sa benissimo, solo che non mi ha voluto.”
E lei sorridendo per l’ultima volta lo ringrazia per il piacere che ha provato a sentirsi desiderata. Questa storia le lascia il sapore acidulo del rimpianto, mentre si guarda allo specchio e cerca di giustificarsi con la scusa del buon senso, che diciotto anni di differenza sono decisamente troppi. Anche se in fondo sa benissimo che non è così.
Giorgia, come vedi ho sforbiciato perché la storia é bella e va raccontata con decisione e con chiarezza. Ti suggerisco anche di dare un nome alla protagonista, per osservarla meglio e piú dall´esterno. Sei tu , ma siamo noi tutte. Resta da chiedersi cosa freni il desiderio, cosa sia piú forte . Perché é piú facile ritirarsi che andare avanti.