Qualcosa di nuovo n.4


Alejandro Marmo(Caseros,Buenos Aires, 1971)Cuore illuminato, installazione di materiali riciclati con circuito elettrico, in esposizione a Buenos Aires, Palacio Libertad, 2025. Di questo artista ha parlato Tomaso Montanari, storico dell’ arte e saggista, Rettore dell’ Università per Stranieri di Siena,nella lectio magistralis di apertura del Salone Internazionale di Torino 2025

L’apparenza inganna. Chi lo dice? Un cuore nero, anche un pò storto, vorrà pure dire qualcosa. Ma mi colpisce di più la grata rosa e delicata a cui è affisso.

Per il resto ricordo tutto

Mio padre, papà o papi come lo chiamavamo io e mia sorella, è morto improvvisamente una domenica mattina del 1989 per un attacco cardiaco, un infarto. Aveva compiuto 44 anni da due giorni. Era il 16 aprile ma faceva ancora abbastanza freddo perché ricordo che al funerale indossavo un cappotto che mi aveva fatto la nonna Rosanna con le maniche alla raglan.

Per il resto ricordo tutto. Alcuni sono dei dettagli come quello del cappotto, altre cose mi scavano dentro ancora oggi e mentre scrivo mi viene da piangere. Il primo è un grande senso di ingiustizia che avrebbe dovuto farmi arrabbiare ma che in qualche modo ho cercato di esorcizzare con un potente senso di rivalsa, di riscatto. Volevo e voglio, farglielo vedere che ce l’ho fatta. Possibile che il cuore sia così fragile?

Cara Giorgia, non credo sia la pagina di un amaro autore, ma piuttosto l’ amore e il dolore che sono riusciti a farsi strada abbattendo barriere pesantissime. E questo grazie ai nostri amati romanzi, agli scrittori con cui condividiamo tanto e a questo potente circuito di affetti di cui siamo parte. So di andare un po’ sul personale, ma sono contenta, anzi orgogliosa di essere in qualche modo, tempo e luogo tua compagna di strada. Assieme al nostro Lab, ovviamente.

 La scrittura asciutta è una tua cifra. E l’ eloquio semplice che crea empatia con e nel lettore. Nori docet.

E il padre, che dire? Questo gigante che si staglia al principio delle nostre vite e man mano che si va avanti acquista imperfezione, emana sofferenza, suscita le nostre rabbie con infinite inadeguatezze. I ricordi sono lo scudo, la vittoria sul tempo. E la parola l’ esorcismo più forte.

Certo che il cuore è fragile, ma tu forse ora sai che ce l’ hai fatta, davvero. Poi, è vero che è fragile, ma è onesto.

Mi commuovo anch’ io. Sai che leggendo la Rasy ho pianto? Ah, i nostri papà inafferrabili!

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