
Valentina Cozzi, Senza titolo, collage
Valentina Cozzi nasce a Venezia dove frequenta l’istituto d’arte, sezione mosaico e decorazione pittorica. Durante il lockdown si dedica al collage meditativo, partecipa a mostre collettive, gallerie online e in presenza e pubblicazioni in riviste di settore. Nei suoi collage analogici troviamo un preciso connubio fra arte e poesia. Oggi lavora nel mondo della moda.
Bianco su nero o nero su bianco?
Amiche in gabbia, letture sotto l’ombrellone
METTERE INSIEME I PEZZI
Vorrei fare un po’ di ordine, siccome non mi sento ancora in grado di scrivere davvero, e poi ho anche paura di sollevare il coperchio di questo pentolone e di finire dentro un minestrone bollente che mi potrebbe anche bruciare. Allora l’idea di assemblare i frammenti come in un collage potrebbe essere ancora una volta uno stimolo, un suggerimento valido.
Insomma, adesso mi manca anche lo stile acuto, stringato, pungente e simpatico di alcuni tra i miei autori preferiti, ma l’idea è buona. Potrei saltare di palo in frasca allegra nella mia memoria, appiccicare l’asilo Mora a quando aspetto fuori dall’aula alla Statale di Milano che la Commissione mi nomini con strette di mano e foto di rito “Dottore in Lettere Moderne”, gli occhialini tondi e la giacca melange, oppure avvicinarmi agli abissi più bui dei miei dolori, magari cercando di diluirli con dei particolari all’apparenza insignificanti che però mi si sono ficcati dentro e che quindi vorranno pur dire qualcosa. Oppure affiancare i tanti momenti di paura e spavento alle risate più sfrenate. Con un buon collante potrei volare da Buenos Aires a Formentera in un attimo, dato che spazio e tempo in questa dimensione non esistono.
Potrei fare incontrare mia mamma con Mr Mohab, oppure far fare due chiacchiere tra il papi ed il mio amico Tommi. Sally e Giulia potrebbero salire su un treno ad alta velocità e fare amicizia con Murakami. Quante cose si potrebbero mettere insieme, così solo per scherzare per divertirsi.
E’ essenziale però trovare una buonissima colla per non fare pasticci.
Infatti, è la colla il centro della questione. Nella prima parte, quella di partenza, tu hai raccolto un paio di idee ( persone care, mondi diversi di cui tu sei parte) che potrebbero funzionare da collanti. Poi l’ idea di viaggi e spostamenti mi pare che ti abbia distolto. In fondo un collage è una composizione che serve a fissare, a stabilire qualcosa, anche se solo dei pezzettini, dei frammenti. Che proprio così diventano significativi. Hai fatto un buon esercizio per smuovere e rimescolare, ma effettivamente, come tu stessa dici, mancherebbe un approdo, un senso. Altra possibilità : se prendiamo alla lettera il proposito finale “solo per scherzare e divertirsi” si tratta idi un progetto serissimo. Ma devi scegliere degli elementi, fissarli ( con un po’ di colla) e fermarti, togliendo il condizionale (“ si potrebbe….”). Per concludere, a mo’ di incoraggiamento, anche uno solo dei tuoi abbinamenti merita un collage a sé.
A volte, l’ attrazione per il pasticcio prevale su ogni intenzione ( come per le avanguardie, futuristi, dadà, surrealisti ecc.). Ti riconosci in questa tendenza sovversiva?
La mia impressione più profonda è che tu abbia messo un ditino nell’ acqua di un mare affascinante ma anche pauroso e poi ti sia ritirata, ridendo.
Comunque sono sicura che ai compagni piacerà il tuo divertissement